Giovanna Spanu: col pastore e col suo gregge

Giovanna (fila centrale, quinta da sinistra) insieme ai giovani della Parrocchia Spirito Santo di Parma


Chi è?

Giovanna Spanu nacque a Bidunì, frazione di Alghero (SS), il 9 dicembre 1955, ma dieci anni dopo si trasferì a Parma per motivi di lavoro del padre. Negli anni delle scuole superiori incontrò alcuni giovani appartenenti alla parrocchia dello Spirito Santo e strinse con loro una profonda amicizia, che la portò a rivedere tutta la propria esistenza.
Dopo aver compreso che il Signore la voleva per sé, lasciò il fidanzato con cui stava da tre anni e, il 3 novembre 1981, uscì dalla casa di suo padre come fanno le spose, ma la dimora che avrebbe condiviso col suo Sposo era una soffitta. Col tempo si unirono a lei alcune compagne, ma anche altri parrocchiani, per formare la Piccola Comunità Apostolica (abbreviato PCA): un insieme di fedeli che cerca di vivere il comandamento dell’amore stando vicina al proprio parroco. La vicinanza divenne più stretta quando, nel 1989, Giovanna poté occuparsi, ma non come perpetua o serva, della casa canonica parrocchiale, pur continuando a vivere con le sue sorelle.
Sulla scorta di santa Teresa di Gesù Bambino, il giorno del suo quarantesimo compleanno, compì il suo atto d’offerta all’Amore Misericordioso. Quattro anni dopo, le venne diagnosticato un tumore, che fece terminare la sua vita terrena il 23 luglio 2003.
La Piccola Comunità Apostolica è stata riconosciuta come Associazione Privata di fedeli, da parte del vescovo di Parma, il 31 maggio 2005.

Cosa c’entra con me?

Non ho un ricordo preciso del momento in cui ho sentito parlare per la prima volta di Giovanna. Dev’essere accaduto guardando le ultime uscite della Collana Blu Messaggeri d’Amore della Velar, tra le quali figurava un volumetto su di lei, oppure nel vedere la scheda su di lei negli Ultimi arrivi di santiebeati.it, cui non avevo ancora iniziato a collaborare stabilmente. Di certo so che ho effettuato qualche ricerca e, da quello che ho letto, ho sentito che valeva la pena di approfondire la sua storia. Come spesso mi accade, tuttavia, ho accantonato quell’impulso, per riprenderla in un secondo tempo.
Il momento in cui mi si ripresentò fu durante una visita all’ormai defunta libreria Elledici di Milano, quando, per non uscire senz’aver comprato nulla, mi decisi ad acquistare il libretto blu su di lei. Ogni pagina mi lasciava stupita e ammirata, specie per la scelta radicale che Gio – il soprannome con cui tutti la chiamavano – aveva compiuto, certa che fosse Dio a volerla. Procedendo con la lettura, riconoscevo sempre maggiori tratti che me la facevano sentire affine, primo tra tutti l’attenzione ai sacerdoti, anzi, al suo parroco. Chissà, forse anche a lei avranno detto che non era normale voler bene ai preti e ricordare loro, costantemente, la fondamentale e irripetibile missione a cui sono chiamati… In ogni caso, se ora esiste la Piccola Comunità Apostolica vuol dire che qualcuno che condivideva il suo ideale c’è stato!
Qualche tempo dopo, nella mia precedente parrocchia, ho incrociato il mio vecchio parroco che usciva dal confessionale con il Breviario sottobraccio e, dietro di esso, una copia del mensile Vita Pastorale, aperto proprio alla pagina dove si raccontava l’esperienza della PCA. Gli ho chiesto se avesse letto l’articolo e cosa ne pensasse, ma lui mi rispose amaramente che da noi era qualcosa d’inattuabile. Mi sono sentita un po’ delusa, però mi sono ricordata che Giovanna aveva qualcosa che io non possedevo ancora: l’esperienza lavorativa, nel suo caso come fisioterapista, anche se si dimise quando passò ad occuparsi della canonica, per essere più libera di ascoltare le persone che sempre più numerose ricorrevano al suo aiuto.
Accantonati quei pensieri, non ho però dimenticato la sua vicenda, per cui sono stata felicissima di sentirla presentare a Nel cuore dei giorni da parte di Susanna Schianchi, la sua prima figlia spirituale.


Immediatamente dopo aver visto quella trasmissione, ho pensato di non rimandare oltre l’idea che mi era venuta dopo aver finito il primo volumetto: scrivere per posta elettronica alla PCA per chiedere materiale, specie il libro presentato in trasmissione, e alcune immagini-ricordo da regalare a persone meritevoli, particolarmente a qualche amico prete. Ho atteso per una settimana, per un mese, ma non arrivava nessuna risposta. Poteva essere un segno di disinteresse da parte delle figlie spirituali di Gio, o peggio, indicazione che Dio non voleva che mi rifacessi alla sua esperienza per capire come essere vicina ai pastori che incontro.
Siccome non mi andava di arrendermi così, nel pomeriggio di venerdì 11 aprile ho telefonato alla parrocchia dello Spirito Santo, ma non volevo svelare davvero il motivo per cui volevo sollecitare l’invio del materiale. Così, quando mi ha risposto la signorina Ilaria, le ho domandato di pregare per “una mia amica che vuole molto bene ai sacerdoti”. Lei, però, ha intuito subito che parlavo di me in terza persona! Quanto alla mail, non era stata recapitata a causa di un problema tecnico che aveva colpito il computer della Comunità.
Nel giro di una settimana, il pacco proveniente da Parma mi è stato recapitato, in una data a mio avviso non casuale: Giovedì Santo. L’ho aperto subito prima di iniziare una settimana di vita comune coi giovani della mia nuova parrocchia, ma a dirla tutta ho tenuto da parte il libro nuovo fino ad oggi.

Il suo Vangelo

La caratteristica più significativa, a parer mio, di Giovanna e della sua Comunità, risiede nella scelta radicale che lei ha compiuto. Andare a vivere da sola, in una soffitta, e poi aprirsi pian piano a un senso di maternità diverso da come lo intende comunemente il mondo, ha costituito per lei il modo per indicare la propria appartenenza a Dio tramite il Battesimo, come scrive papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che cade proprio oggi. Da lì ripartiva ogni giorno, incontrando chiunque e dando, quindi, testimonianza alla verità con la propria chiamata.
Certa che la preghiera fosse il pegno con cui doveva “pagare” le persone a lei affidate, così invocava il Signore:
Signore, prendimi, chiedimi tutto ma dammi le anime della mia parrocchia. Che io possa essere quell’anima sconosciuta che dà la vita per ognuno… Non desidero altro mio Dio, così consumare i miei giorni. Ti offro la mia vita.
Chi ha conosciuto Giovanna assicura che faceva sul serio: quanto a me, spero di provare a far mio almeno un brandello dell’amore che la spingeva, sicura che i membri della PCA continuano a viverlo in loro stessi.

Per saperne di più

Piersandro Vanzan, Giovanna Spanu – “Vorrei vivere d’amore”, Velar-Elledici 2010, pp. 50, € 3,50.
La primissima pubblicazione su Giovanna, scritta dal Gesuita con cui si confidò durante un corso di Esercizi Spirituali.

Susanna Schianchi, Qualcosa sulla Giò – frammenti di vita di Giovanna Spanu, CNX-Città Nuova Per 2013, pp. 130, € 10,00.
A dieci anni dalla sua morte, il racconto della sua vita quotidiana compilato dalla prima figlia spirituale.
N. B.: questo volume non è disponibile nelle librerie come il primo, ma si può richiedere esclusivamente alla Piccola Comunità Apostolica.

Su Internet

Sito ufficiale di Giovanna e della Piccola Comunità Apostolica

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